SASSOCORVARO Storia dello storico dell’arte che mise in salvo dai nazisti 10.000 capolavori italiani

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La Rocca di Sassocorvaro#googleimages

Sassocorvaro, ai tempi della 2° guerra mondiale.

Tra il 15 e il 16 ottobre dell’anno 1940, si avviano all’interno della Rocca di Sassocorvaro le operazioni di sistemazione del contenuto delle prime casse provenienti dal Veneto. Oltre agli addetti ai lavori, il tutto viene sorvegliato direttamente dalla polizia.

Cosa si cela di tanto prezioso all’interno di queste casse? Oro e metalli preziosi? Soldi e titoli di Stato? Nulla di tutto ciò.

All’interno delle casse sono custoditi alcuni degli immensi capolavori dell’arte italiana.

Debitamente impacchettati e portati al sicuro nel Montefeltro, si lavora in maniera certosina per evitare in tutti i modi che le opere d’arte vengano trafugate dalle truppe straniere.

L’organizzazione logistica è opera dello storico dell’arte Pasquale Rotondi, a quel tempo a capo della Soprintendenza delle Gallerie delle Marche.

È lui a scegliere come “ricovero” di tanti capolavori la maestosa e inespugnabile Rocca di Sassocorvaro, rafforzata e sorvegliata allo scopo.


E sarà sempre lui a individuare un secondo rifugio nel poco distante Palazzo dei Principi di Carpegna. Più tardi verranno trasportati qui “preziosi” artistici provenienti dal Castello Sforzesco, dalla Pinacoteca di Brera di Milano e dalla Galleria Borghese di Roma. Mentre da Venezia arrivano altri quadri dalle Gallerie dell’Accademia e, addirittura, il Tesoro di San Marco.

Quando il Palazzo dei Principi di Carpegna cade nelle mani dei nazisti, Pasquale Rotondi non si dà per vinto. Con la piccola balilla d’ordinanza, si reca alla Rocca di Sassocorvaro e trasporta personalmente nel Palazzo Ducale di Urbino tutto il trasportabile. Quadri di Piero della Francesca, di Paolo Uccello, del Mantegna e la celeberrima Tempesta del Giorgione.

Non conosciamo il motivo reale ma per fortuna i nazisti lasciarono le casse di Carpegna al loro posto quando smobilitarono. E tutte le opere nascoste e protette da Pasquale Rotondi a Sassocorvaro e Carpegna sono ancora oggi visibili nei vari musei italiani, vanto assoluto del patrimonio artistico italiano.

Nella provincia di Pesaro-Urbino nelle Marche, Sassocorvaro è un borgo ameno e tranquillo del Montefeltro – posto su un colle da cui si domina la sottostante valle del Foglia.

Il fiume Foglia, proprio sotto la collina di Sassocorvaro, è stato sbarrato per creare artificialmente lo scenografico lago di Mercatale sulle cui sponde si adagia la frazione di Mercatale.

L’edificio principale di Sassocorvaro è la sua Rocca conosciuta come Rocca Ubaldinesca. La Rocca venne costruita intorno all’anno 1475 per volere di Ottaviano Ubaldini della Carda, consigliere fidatissimo di Federico da Montefeltro, Signore di Urbino.

Secondo la tradizione, la Rocca Ubaldinesca venne progettata da Francesco di Giorgio Martini – tra i più famosi architetti e ingegneri militari del tempo, in quegli anni al servizio del Signore di Urbino – per poter resistere alle nuove armi da fuoco come le bombarde.

La Rocca è un riuscito incrocio tra una fortezza militare e una residenza signorile. Infatti, la sua possente forma a “testuggine” viene mitigata dal raffinato cortile interno di foggia rinascimentale tipico di un palazzo padronale.

La Rocca Ubaldinesca è, inoltre, sede del cosiddetto museo “Arca dell’Arte”. Questo allestimento è stato voluto per ricordare le gesta di Pasquale Rotondi che durante la 2° guerra mondiale mise in salvo, proprio all’interno della Rocca di Sassocorvaro, inestimabili capolavori dell’arte italiana.

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Pablo Picasso

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