SALUZZO Storia del buco in una montagna e del suo ideatore

Uno scorcio di Saluzzo#flickr

Monviso, anno 1479.

Un folto gruppo di operai, dotato di tutte le attrezzature possibili, si sta dirigendo ad alta quota per mettere mano ad un’opera che – per il periodo storico in cui ci troviamo – ha semplicemente dell’incredibile.

In realtà, l’operazione consiste nel realizzare un tunnel di poco meno di cento metri. Ma bisogna farlo scavando nella roccia del Monviso ad una altezza di circa 2.800 metri e i temerari che si apprestano a compiere questa impresa ingegneristica non hanno certo a disposizione i mezzi e la tecnologia dei giorni nostri.

Ma perché è necessario eseguire questa galleria? E soprattutto a chi è venuta in mente una pazzia del genere?

L’arcano è presto svelato.

Ludovico II del Vasto – marchese di Saluzzo – ha bisogno di una strada più rapida e veloce per scambiare merci e derrate con in cugini di Oltralpe, senza necessariamente dover passare per i territori dei Savoia.

Da qui nasce l’idea balzana di un tunnel ad alta quota. Un’idea che si trasforma in solida realtà in un tempo brevissimo per l’epoca. Dopo circa un anno e mezzo la galleria è pronta e gli scambi commerciali con i territori francesi si intensificano, permettendo la giusta prosperità economica al piccolo Marchesato di Saluzzo.

La galleria misura quasi 75 metri, ha un’altezza prossima ai 2-2,5 metri ed entra in piena attività già nel 1480. Permette un passaggio più agevole ai muli carichi di mercanzie ed è utilizzata soprattutto per importare il sale francese; da Saluzzo invece partono derrate preziose come l’olio, o prodotti specifici come la lana.

Il Buco di Viso – nome con il quale è conosciuta la galleria del Monviso – rimane in piena attività almeno fino al 1601, anno della Pace di Lione con cui il Marchesato viene di fatto annesso ai possedimenti dei Savoia. Persa la sua funzione strategica, il tunnel viene abbandonato per secoli trovando degli utilizzi sporadici soltanto in limitati periodi storici. Oggi invece, grazie ad un’attività concertata, il Buco è stato ripristinato nel suo percorso originario ed è possibile partecipare ad escursioni ad hoc percorrendo questa opera di ingegneria civile ante litteram.

Il Marchese Ludovico II – ideatore e in parte finanziatore di questo folle progetto – riposa ancora oggi nella chiesa di San Giovanni nel cuore di Saluzzo – capitale del Marchesato e splendido borgo tra le colline piemontesi a pochi passi dalle Alpi.

La chiesa – sede in città dell’ordine dei Domenicani – è uno splendido esempio di architettura gotica realizzata intorno agli anni ’30 del 1300 su un edificio preesistente. All’esterno si caratterizza per la facciata a salienti e il possente campanile terminante con una cuspide ottagonale. Una vola superato il portale di ingresso, si accede alle tre navate interne dopo aver disceso lo scalone in pietra – elemento architettonico unico nel suo genere.

Nell’abside della chiesa, trova posto la Cappella Funeraria dei Marchesi di Saluzzo – splendido esempio di macchina architettonica gotica e massima opera di scultura dell’intero territorio – dove la fa da padrone proprio il monumento funebre del Marchese Ludovico II. Dalla navata sinistra della chiesa, si accede poi al chiostro gotico voluto dal marchese Ludovico I, padre di Ludovico II.

La chiesa di San Giovanni è uno dei tanti gioielli da scoprire nello splendido borgo di Saluzzo, zeppo di arte e storia ad ogni angolo di strada.

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Pablo Picasso

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