Le OPERE di CARAVAGGIO a ROMA: parte quarta La Madonna dei Pellegrini nella chiesa di Sant'Agostino

Nella prima cappella della chiesa di S. Agostino alla man manca fece una Madonna di Loreto ritratta dal naturale con due pellegrini, uno co’ piedi fangosi, e l’altra con una cuffia sdrucita, e sudicia; e per queste leggierezze in riguardo delle parti, che una gran pittura haver dee, da popolani ne fu fatto estremo schiamazzo.

Eccoci giunti alla quarta puntata in compagnia delle:

  • opere di Caravaggio a Roma.

Abbiamo visto il pittore maledetto e la sua vita violenta tra i vicoli del rione Campo Marzio.

E poi finalmente all’opera nel magistrale ciclo sulla vita di San Matteo nella cappella Contarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi.

Successo bissato, con qualche défaillance, nelle due tele della cappella Cerasi nella chiesa di Santa Maria del Popolo.

Oggi, invece, ammiriamo la sesta tela “gratuita” nel percorso tra le opere di Caravaggio a Roma.

E per farlo non ci muoviamo da Campo Marzio e ci rechiamo nella chiesa di Sant’Agostino. Qui si conserva, nella cappella Cavalletti, la straordinaria:

  • Madonna dei Pellegrini.

Un cameo assoluto tra le opere di Caravaggio a Roma. Un quadro che nasconde, sotto l’aspetto sacro, un altro incredibile episodio profano della vita del pittore maledetto.

Andiamo a scoprirlo insieme nel nostro nuovo episodio sulle opere di Caravaggio a Roma.

Le opere di Caravaggio a Roma: una storia losca

Roma, 29 luglio 1605.

Una dolce serata romana, nemmeno troppo afosa. L’ideale per camminare adagio, svagare i pensieri e fare due chiacchiere con l’amico di sempre.

Questo è il programma del notaio Mariano Pasqualone che passeggia, beatamente e ignaro di tutto, con l’amico Galeazzo Roccasecca nei pressi di piazza Navona. I discorsi sono i soliti: la situazione della città, la politica, le donne.

Già le donne. Proprio a causa di una donna, da un momento all’altro quella sensazione di leggerezza e serenità lascerà il posto a un lampo di puro panico.

Tutto succede in un attimo. Un colpo secco alla testa, dato alle spalle in maniera meschina e inferto con brutalità e violenza. Forse con una spada o con una accetta, non si capisce bene.

Fatto sta che il notaio Pasqualone si accascia a terra, dalla ferita al capo scorre copioso il sangue.

L’assalitore, così come era arrivato, si dilegua scaltro nell’ombra della notte. Quando Galeazzo Roccasecca si rende conto della situazione, dell’aggressore non c’è più traccia. Svanito nell’aria come un fantasma.

Rimane il sangue sul selciato e il suo amico steso a terra. Ma per fortuna si tratta solo di una grossa ferita. Pasqualone, ripresosi quasi subito dallo shock e con il capo grondante sangue, si dirige come una furia verso l’ufficio legale.

Sotto giuramento, rilascia una deposizione che non dà adito a dubbi.

Il suo aggressore, venuto e dileguatosi nell’ombra, ha un nome preciso: Michelangelo da Caravaggio.

ottavio leoni ritratto caravaggio
Ritratto di Caravaggio#googleimages

Lena che sta in piedi a piazza Navona

Ancora una volta, è impossibile sganciare le opere di Caravaggio a Roma dalla vita violenta che il pittore conduce tra le stradine di Campo Marzio.

Malgrado la notte, le ombre, l’aggressione alle spalle – il notaio Pasqualone non nutre nessun dubbio. Solo una persona poteva assalirlo in maniera così meschina e brutale.

“Io sono qui all’officio perché sono stato assassinato da Michelangelo da Caravaggio pittore (…)”.

Ma qual è l’origine di tale misfatto? Cosa ci nasconde dietro un episodio così grave?

Una donna. Una donna che Pasqualone non esita a definire “donna di Michelangelo”.

A tal proposito, vediamo cosa ci riferisce direttamente il notaio: “Io non ho visto chi sia stato quello che mi ha ferito, ma io non ho da fare con altri che con detto Michelangelo, perché a queste sere passate havessimo parole sul Corso lui et io per causa d’una donna chiamata Lena che sta in piedi a piazza Navona (…) che è donna di Michelangelo”.

Non ci addentreremo ulteriormente nella diatriba tra Caravaggio e Pasqualone. E non ci focalizzeremo nemmeno troppo sull’attività svolta da Lena, essendo fin troppo chiara.

Quello che ci preme sapere è che le opere di Caravaggio a Roma sono permeate fino al midollo da episodi che travalicano costantemente la legalità. E da personaggi loschi che si muovono nel sottobosco di Campo Marzio.

E proprio nei giorni dell’aggressione al notaio Pasqualone, Lena si recava quotidianamente nell’atelier del pittore lombardo. Mentre questi era alle prese con l’esecuzione di un’altra delle fantastiche opere di Caravaggio a Roma.

Perché Lena è la Madonna dei Pellegrini.

Lena sarà una delle “modelle” preferite del pittore. La donna presterà il volto alla Vergine anche nel quadro noto come Madonna dei Palafrenieri, oggi esposto alla Galleria Borghese.

La Madonna dei Pellegrini

Entriamo nella chiesa di Sant’Agostino in Campo Marzio. Nella cappella Cavalletti si trova esposta, in tutta la sua forza espressiva, il sesto quadro nel nostro percorso tra le opere di Caravaggio a Roma:

  • la Madonna dei Pellegrini.

Terminata nel 1605, l’opera venne commissionata al pittore dalla nobildonna Orinzia – moglie del defunto marchese Ermete Cavalletti.

Abbiamo già svelato uno dei retroscena del quadro. E cioè che la donna raffigurata nelle vesti della Vergine Maria è Maddalena Antognetti, detta Lena “che è donna di Michelangelo”.

Ora passiamo ad analizzare l’intera composizione di questa altra sbalorditiva azione pittorica tra le opere di Caravaggio a Roma.

La rappresentazione sacra si lega al culto del santuario di Loreto dove si custodisce la Santa Casa di Nazareth. Casa in cui vissero la Vergine e Gesù bambino e che secondo la tradizione fu trasportata in volo dagli angeli dalla Palestina.

Infatti, il quadro è noto anche come Madonna di Loreto.

Nel corso del ‘500 si era decisamente rinvigorito il culto della Vergine Maria, messo in aperta discussione dai protestanti. E di conseguenza era stato fortemente incoraggiato il pellegrinaggio verso la Santa Casa di Loreto, verso quella che era stata l’abitazione della Madonna.

La “messa in scena” del Caravaggio è abbastanza lineare. La Madonna appare sulla soglia della porta della Santa Casa, appoggiata allo stipite. Tra le sue braccia, Gesù Bambino alza la manina destra per impartire la benedizione ai due pellegrini inginocchiati di fronte alle figure sacre.

I protagonisti del quadro: i pellegrini

Nella scena pittorica ci sono soltanto quattro personaggi. La Madonna e Gesù bambino da una parte e i due pellegrini dall’altra.

A differenza di altre opere di Caravaggio a Roma, in questo caso i protagonisti reali del quadro sembrano essere proprio i due pellegrini.

Nella Crocifissione di San Pietro, i bruti che issano la croce sono semplici figure al contorno che espletano meccanicamente un lavoro manuale. Qui i pellegrini sono, senza dubbio, gli attori principali della tela e dell’intera rappresentazione.

Una volta giunti a Loreto, era tradizione che i pellegrini dovessero compiere tre giri intorno alla Sacra Casa trascinandosi sulle ginocchia. E questi sono i due pellegrini raffigurati da Caravaggio, un uomo e una donna che hanno appena compiuto il giro massacrante intorno alla Sacra Casa.

Sono ancora in ginocchio al cospetto della Vergine e di Gesù, appoggiati a dei miseri bastoni, i vestiti laceri. I piedi sudici e fangosi dell’uomo esposti alla vista diretta degli osservatori.

Non c’è spazio per celebrazioni ufficiali nelle opere di Caravaggio a Roma, non c’è spazio per rappresentare coloro che hanno commissionato il quadro. C’è spazio soltanto per la fede diretta, vissuta sulla propria pelle e incisa nei piedi sporchi e inzaccherati dei pellegrini.

“Caravaggio non aveva dipinto la Madonna di Loreto per i ricchi e i potenti. L’aveva dipinta per i popolani e, schiamazzassero o no come oche, i popolani l’avevano amata. Non per niente il dipinto è comunemente noto con il suo titolo popolare, che è, semplicemente, la Madonna dei Pellegrini” (Andrew Graham-Dixon).

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Pablo Picasso

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