La Casa di Augusto sul Palatino Nella dimora del primo Imperatore

Quando giunse la notizia… dicono che Augusto si mostrasse così avvilito da lasciarsi crescere la barba ed i capelli, sbattendo, di tanto in tanto, la testa contro le porte e gridando: “Varo rendimi le mie legioni!”. Dicono anche che considerò l’anniversario di quella disfatta come un giorno di lutto e tristezza

In questo articolo ci occuperemo di uno dei luoghi che ha avuto maggiore impatto nella storia dell’occidente. È il luogo in cui sono state gettate le fondamenta del nascente Impero Romano:

  • la casa di Augusto sul Palatino a Roma.

Prima di tutto bisogna chiarire che quando si parla di periodo imperiale, convenzionalmente, si intende quell’arco cronologico che va dal 27 a.C. al 476 d.C.

Questo si distingue dai precedenti periodi monarchico (753 – 509 a.C.) e, poi, repubblicano (509 – 27 a.C.).

Per casa di Augusto sul Palatino si intende il luogo dove il primo imperatore visse quando era stato già insignito del titolo imperiale.

Il termine Augusto è un titolo onorifico, non un nome proprio, che venne conferito nel 27 a.C. a Caio Ottavio meglio noto come Ottaviano.

Ritratto di Augusto
Ritratto di Augusto (Gliptoteca di Monaco) #googleimages

La data del 27 a.C. è da considerarsi, quindi, l’inizio ufficiale del periodo imperiale. Tale fase storica fu la conseguenza della concentrazione dei poteri nelle mani dell’imperatore, dando inizio, di fatto, ad un potere esclusivo ed accentratore.

L’edificio che andremo a descrivere sorgeva su una preesistente domus appartenuta sempre ad Ottaviano ma prima della sua nomina ad imperatore.

La domus preesistente fu abbandonata e ricoperta per fungere da fondazione della nuova. Questa sarà forse già in uso a partire dal 28 a.C., quindi, subito prima che Ottaviano venisse nominato Augusto.

Da questo nuovo edificio, Augusto, organizzò l’impero secondo un modello che resterà pressoché invariato per secoli. Da qui amministrò le province e prese decisioni cruciali per la storia di Roma.

La struttura burocratica, economica, politica e religiosa che egli ideò sarà la base per le riforme e i perfezionamenti futuri.

Non a torto, Augusto, è per questo considerato il fondatore dell’impero.

La casa di Augusto: una notizia funesta

Provincia di Germania, settembre del 9 d.C.

Le truppe romane percorrevano il tragitto che li divideva dagli accampamenti dove avrebbero trascorso l’inverno. Quintilio Varo, governatore della Germania e comandante delle truppe, scelto personalmente dall’imperatore Augusto, era alla loro testa.

Circa 20 mila uomini divisi in 3 legioni, 6 coorti di fanteria e 3 ali di cavalleria ausiliaria, attraversavano questa nuova provincia non ancora del tutto romanizzata.

Il governatore Varo seguì il percorso indicatogli dai locali visto che non conosceva la regione. Egli non sospettava che uno dei suoi cavalieri, Arminio, avesse cospirato contro i romani e progettato un’imboscata.

Infatti, Arminio anche se apparteneva alla tribù dei Cherusci, una delle tribù germaniche, combatteva dalla parte dei romani come ausiliario. Questa era una pratica comune e ben consolidata dell’esercito romano.

L’obiettivo di Arminio e dei germani era quello di liberarsi dell’invasore romano. Arminio aveva coordinato numerose tribù (20/25 mila uomini) e aveva scelto accuratamente il luogo dell’agguato. Sapeva bene che non poteva affrontare Roma in campo aperto e così sfruttò la geomorfologia del territorio.

Condusse i romani nella foresta di Teutoburgo, nel punto compreso tra una collina e la palude. Qui dove il passaggio era stretto solo 80-120 metri, mise in atto la sua trappola: fu un massacro.

Selva foresta teotoburgo
La Selva di Teutoburgo #googleimages

I romani riuscirono a resistere per tre giorni ma, alla fine, furono totalmente sopraffatti e Varo si tolse la vita.

La battaglia di Teutoburgo fu una delle più grandi disfatte militari della storia di Roma.

Le mura della Casa di Augusto furono sicuramente testimoni della disperazione dell’imperatore per un fallimento senza precedenti. A ciò si riferisce, infatti, il passo di Svetonio riportato sopra.

Il luogo dell’agguato è stato identificato recentemente. Si trova nei pressi della località di Kalkriese, in Germania, a circa 150 km a ovest di Hannover, non lontano dal confine con l’Olanda.

Conseguenze storiche della battaglia

Chissà se fu proprio qui, nella Casa di Augusto sul Palatino, che l’imperatore decise di affidare a Varo la Germania. Sicuramente questa scelta fu gravida di conseguenze storiche.

Il tradimento machiavellico di Arminio e la conseguente disfatta militare, ebbero un peso enorme nella storia dell’occidente.

Infatti, da questo momento in poi, Roma perse ogni velleità nella conquista della Germania. Il confine nord orientale, che fino ad allora era stato il fiume Elba (nell’attuale Germania orientale), si attestò sul Reno (oggi vicino al confine con l’Olanda). Qui sarebbe rimasto per circa 400 anni.

La mancata romanizzazione della Germania avrà come conseguenza l’Europa che oggi conosciamo.

Da qui seguirà il concatenarsi di eventi che porteranno alle cosiddette invasioni barbariche, quindi al Medioevo. Infatti, secondo alcuni studiosi, la pacificazione della Germania avrebbe limitato le conseguenze dell’infiltrazione dei barbari nei confini dell’impero a partire, soprattutto, dal 406 d.C.

Sarà proprio dalla frammentazione dell’impero romano, risultato delle invasioni barbariche, che gli Stati dell’Europa occidentale (principalmente Francia, Italia e Germania) iniziarono a formarsi.

La storia che conosciamo sarebbe stata la stessa se Varo non fosse caduto nel tranello tesogli da Arminio? Probabilmente no!

La casa di Augusto: planimetria

Più che una semplice abitazione, la casa di Augusto sul Palatino può definirsi un vero e proprio palazzo imperiale.

Purtroppo quasi niente si conserva di questo lussuoso edificio ma, grazie alla ricerca archeologica, è possibile averne un’idea abbastanza precisa.

Svetonio, erudito del II sec. d.C., definisce quest’abitazione Domus Palatinae, quindi, al plurale. Ciò evidenzia una delle sue caratteristiche principali: la divisione in due domus distinte dal punto di vista architettonico e delle funzioni.

Ricostruzione 3d della Casa di Augusto #da A. Carandini, 2010

Da una parte c’era l’abitazione privata di Augusto, mentre dall’altra il settore che aveva funzioni pubbliche. Queste due sezioni erano separate dal tempio di Apollo, il cui podio è ancora ben visibile oggi.

Nella parte pubblica si svolgevano attività politiche e qui, Augusto, incontrava anche il Senato. In quest’area furono trasferite le funzioni sacre del tempio di Vesta che, fino ad allora, come tradizione, si erano svolte nel Foro Romano.

Questo settore sarà distrutto e riedificato da Nerone e Domiziano. Oggi, corrisponde all’area definita Domus Augustana, inclusa nella riedificazione del palazzo imperiale realizzato al tempo dell’imperatore Domiziano (fine del I sec. d.C.).

Infatti, era consuetudine dell’imperatore appena insediato, rinnovare precedenti settori oppure edificarne di nuovi. Ciò, nel giro di due secoli, portò alla totale trasformazione del colle Palatino che fu completamente occupato da edifici appartenenti al palazzo imperiale.

Altri settori del palazzo

Un altro punto della Casa di Augusto, purtroppo completamente scomparso, ma che appare chiaro grazie alla ricerca archeologica, è il cosiddetto Portico delle Danaidi.

Si tratta di un cortile circondato da un colonnato sorreggente un tetto che, secondo l’archeologo Andrea Carandini, aveva un’estensione di circa 4700 mq. Tra le 100 colonne del portico si ergevano 50 erme rappresentanti le Danaidi.

Queste erano le figlie di Danao, re di Argo (città della Grecia). Il fratello di questi, Egitto, re dell’Egitto combinò il matrimonio dei suoi 50 figli con le 50 Danaidi. Si trattava però di un tranello, accompagnato da una vendetta: i figli di Egitto avrebbero dovuto uccidere le Danaidi. Accadde il contrario.

Erme palatino portico delle danaidi
Erme del Portico delle Danaidi (Museo Palatino, Roma) #googleimages

Il mito rappresenta la lotta fratricida che si conclude con il ristabilirsi dell’ordine e della giustizia. Ciò era un chiaro riferimento alla lotta di Augusto contro il cugino Marco Antonio per la presa del potere. La vittoria di Augusto era la vittoria del bene contro l’immoralità e il male rappresentati da Marco Antonio, secondo i caratteri dettati dalla propaganda augustea.  

Quindi, questa rappresentazione aveva una forte valenza politica, in un luogo, il portico, dove Augusto incontrava il popolo per saluti, cerimonie e ricevimenti. Qui l’imperatore amministrava anche la giustizia.

Dal portico, tramite una scalinata, si accedeva all’area Apollinis, cioè la selva di Apollo che era un boschetto di allori. L’alloro, infatti, è la pianta sacra al dio Apollo, dio dell’ordine e dell’armonia, nume tutelare di Augusto.

Da qui si accedeva all’avancorpo, ossia il maenianum che era il luogo dove il princeps, da una tribuna, seguiva le corse di carri nel Circo Massimo. Le tracce archeologiche del maenianum potrebbero trovarsi sotto la chiesa di S. Anastasia.

Posto in questo luogo scenografico, l’imperatore appariva in una posizione di superiorità rispetto al popolo, ma non lontano da esso. Era questa la traduzione in immagini del titolo di Augusto come princeps, ossia primus inter pares (il primo tra i pari, il principale).

Nella Casa di Augusto, ogni singolo elemento, ogni decorazione, aveva un preciso ruolo politico e propagandistico. 

La cosiddetta Casa di Livia

Livia Drusilla, meglio nota con il solo nome di Livia, era la moglie di Augusto. Per casa di Livia si vuole indicare un diverso settore della Casa di Augusto che, a differenza di quelli già descritti, è molto ben conservato.

Una ripida scala conduce ad un ambiente sotterraneo circondato da meravigliose pitture datate intorno al 30 a.C.

La cosiddetta casa di Livia non è altro che un ambiente, in parte sotterraneo, appartenente alla Casa di Augusto e non separata da essa.

La definizione di casa di Livia deriva dal ritrovamento al suo interno di alcune condutture per l’acqua con iscritto Iuliae A(ugustae).

Questo è il titolo conferito a Livia dopo la morte di Augusto nel 14 d.C. Quindi, successivamente, le condutture dell’acqua furono marchiate con questo titolo e sono state ritrovate in quel settore dell’abitazione che era, forse, esclusivo all’uso di Livia.

Le pittura danno un’idea dello stile pittorico che decorava tutti gli ambienti della Casa di Augusto.

Oggi, la visita a questo settore del Palatino è meglio comprensibile se anticipata da un po’ di studio preliminare, oltre all’uso di una ricostruzione 3d come quella qui proposta.

Necessario, come sempre, quando ci si avventura in aree archeologiche, sarà dotarsi di una buona dose di immaginazione. Questa aiuterà a comprendere meglio l’originaria forma di ciò che resta: in questo caso, l’abitazione del primo imperatore di Roma.

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